Cerimonia d’insediamento dei Capitani Reggenti: il discorso della Ecc.ma Reggenza

La Reggenza accoglie con rinnovata gratitudine e con sentimenti di viva soddisfazione il messaggio augurale appena pronunciato da Monsignor Adriano Bernardini, Nunzio Apostolico, Decano del Corpo Diplomatico accreditato in Repubblica che, oltre alla profondità dei suoi contenuti, mantiene viva la tradizione di primo adempimento ufficiale dell’odierna giornata, così cara alla Repubblica.
Un messaggio che traccia il positivo percorso intrapreso da San Marino nel contesto globalizzato, che rimarca i principi di quell’“etica tradizionalmente naturale” che ispira la società sammarinese nelle sue principali articolazioni, sottolineando altresì l’evento che maggiormente ha caratterizzato la pagina politica e istituzionale più eloquente dello scorso semestre, rappresentato dalla visita di Stato a San Marino del Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano.
La Reggenza farà tesoro del monito e degli auspici insiti nel messaggio e, nel ricollegarsi al passaggio relativo al rinnovato spirito di collaborazione e di recuperata fiducia con l’amica Repubblica Italiana, è lieta di porgere il proprio saluto all’Ambasciatore d’Italia a San Marino, Barbara Bregato, alla quale desidera esprimere, oltre a sentimenti di alta stima e considerazione personali, il sincero compiacimento del Popolo sammarinese per il cammino recente delle relazioni bilaterali, che attesta una nuova determinazione e la piena volontà di rinsaldare l’amicizia fraterna che ha sempre distinto il rapporto tra i due Stati.
Anche in questa solenne circostanza, richiamiamo con evidente soddisfazione la recente ratifica da parte italiana delle due importanti intese bilaterali, relativa una alla cooperazione in materia di prevenzione e repressione della criminalità organizzata, l’altra alla collaborazione finanziaria, che attendevano il perfezionamento e che si pongono quali ulteriori conferme del nuovo corso delle relazioni, improntate ad un modello virtuoso di sviluppo economico e sociale basato su valori coincidenti e sull’impegno comune per l’affermazione di sistemi collaborativi, trasparenti e competitivi.
Con altrettanto vivo compiacimento la Reggenza saluta i Rappresentanti Diplomatici e Consolari accreditati in Repubblica, richiamando allo stesso tempo il loro alto ruolo di attivi coadiutori nello sviluppo delle relazioni tra Stati e con Organismi multilaterali e di essenziali ponti di comunicazione tra realtà politiche, economiche e geografiche così differenti e al contempo così fattivamente impegnate al fianco dell’antica Repubblica del Titano.
La Vostra gradita presenza a San Marino è inoltre conferma di un’apertura verso la nostra crescente internazionalizzazione, intesa nella sua primaria accezione di cambiamento culturale propedeutico all’avvicinamento e all’approccio con i nuovi mercati, e dunque con nuove e diversificate opportunità di sviluppo economico.
A tal riguardo, la Reggenza desidera condividere con i Diplomatici convenuti anche il comune obiettivo di EXPO 2015, che la Repubblica vede come una grande occasione per presentare la parte migliore del proprio sistema Paese ed altresì quale strategica opportunità di incontri e visite qualificati, a Milano e in Repubblica, per promuovere e intensificare la cooperazione economica con numerosi Paesi, di peso e dimensioni differenti.
La Reggenza è inoltre particolarmente lieta ed onorata di accogliere a San Marino l’Oratore Ufficiale dell’odierna Cerimonia, Padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa e di formulare allo stesso le espressioni della più viva gratitudine delle Istituzioni e del Popolo sammarinese per essere tornato sul Titano, chiamato a ricoprire un ruolo che la Repubblica riserva ai suoi ospiti più illustri.
Padre Pizzaballa, oltre ad essere un alto prelato, eminente teologo e biblista, un francescano che antepone alle ragioni della politica, quelle del dialogo e dell’accoglienza, è dal 2004 chiamato ad assolvere un mandato strategico, delicato e affascinante.
La sua presenza in Terra Santa è una prova vivente della possibilità di vivere gli uni accanto agli altri, siano essi di fedi e tradizioni religiose diverse, in una convivenza interreligiosa che ha caratterizzato il Medio Oriente per secoli e che ne forma tuttora il carattere costitutivo.
Un compito più che mai arduo, oggi, che non toglie al Custode la passione e la volontà di offrire speranza e fiducia nel futuro, in luoghi in cui si è costretti a vedere con occhio disincantato situazioni che talvolta, in nome della religione, tolgono dignità all’esistenza e inducono alla rassegnazione.
Oggi Padre Pizzaballa saprà certamente regalarci un’emozione intensa ed uno spaccato di straordinaria verità in merito alla sua attuale esperienza, maturata da un osservatorio privilegiato, dal quale il Custode francescano invoca costantemente la necessità di delineare una nuova strada per il futuro del Medio Oriente, che possa essere costruita “solo insieme, con tutte le diverse anime che lo compongono, e mai solamente con qualcuno contro un altro”.
Dalla stessa area in cui è forte la testimonianza della presenza cristiana, anche se minoritaria, giunge altrettanto forte il grido d’allarme per il dramma umanitario che sta investendo minoranze non islamiche sotto l’egida di pericolosi movimenti integralisti, che la Repubblica non può non condannare, in nome di quei principi che sono alla base della sua stessa coscienza civile.
Dinnanzi alla gravissima situazione in Iraq, dove è in corso una vera e propria pulizia etnica e religiosa in violazione dei diritti umani fondamentali, la coscienza comune, ribellandosi, deve reagire per fermare orrori e atrocità che rappresentano aberranti crimini contro l’umanità; è auspicio anche della Reggenza che la coalizione di Stati che sta partecipando militarmente possa frenare l’escalation di violenze, attraverso interventi mirati e coordinati dalle Nazioni Unite, per offrire ai popoli martoriati la possibilità di ridisegnare un nuovo futuro di stabilità e di concreta riappacificazione.
Lo stesso patrimonio giuridico e morale, proprio di un piccolo Stato, amante della pace e della libertà, attivo e convinto sostenitore della cooperazione fra Stati, è stato richiamato solo qualche giorno fa, nell’annuale intervento del Segretario di Stato per gli Affari Esteri all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite; nel ripercorrere gli eventi dell’ultimo periodo che hanno fortemente minacciato la pace, la sicurezza e il rispetto dei diritti umani, anche nel nostro Continente, si è rimarcata la centralità del ruolo delle Nazioni Unite e la necessità che la comunità internazionale possa restituirle la piena capacità di intervenire per proteggere i popoli nella risoluzione pacifica delle controversie tra Stati.
La settimana precedente è stata proprio la Reggenza ad intervenire nella stessa sede, nell’ambito del Summit sui cambiamenti climatici, condividendo la forte preoccupazione per le nuove emergenze e i nuovi rischi causati dalla pericolosa incidenza del clima sull’ambiente.
La presenza dei Capi di Stato ha voluto testimoniare la profonda e sensibile attenzione che la Repubblica offre alle tematiche di salvaguardia ambientale e l’impegno alla condivisione globale degli obiettivi ineludibili, che tendano all’affermazione di una cultura e di una cittadinanza sempre più rispettosa dei principi dell’ecosostenibilità.
Se a livello internazionale ci conforta l’essere uno Stato membro delle principali Organizzazioni Internazionali, alle quali affidiamo le funzioni di garanti dell’ordine e degli equilibri su scala globale, a livello interno sentiamo altrettanto forte la responsabilità delle funzioni istituzionali e di guida del Paese, che deve essere fedelmente assicurata da un apparato istituzionale a servizio esclusivo delle legittime aspettative della collettività.
La Reggenza sarà al fianco del Popolo sammarinese in questa fase in cui le tante trasformazioni e il percorso di progressivo cambiamento dell’assetto economico e sociale non sono ancora pienamente in grado di far sentire un’effettiva ricaduta in capo ai cittadini, che tuttora nutrono incognite sulla dimensione della ripresa e vivono le preoccupazioni di una crisi globale, che ha minato le fondamenta di una qualità della vita complessivamente positiva.
La congiuntura ha inevitabilmente inciso sul senso di fiducia nelle Istituzioni; sarà nostra priorità far sì che i sammarinesi possano al più presto recuperare tale sentimento, inteso quale requisito essenziale per il funzionamento della società democratica, nell’assunto che la democrazia non sia composta solo da regole, ma anche da valori e la fiducia, soprattutto nella tradizione politica sammarinese, ne è certamente uno dei principali.
Intensificheremo dunque l’impegno politico-istituzionale per ricostruire quel collante di fiducia che possa definire un nuovo paradigma dei modi e delle forme dell’agire politico, affinché lo stesso sia sempre più concepito e vissuto al servizio esclusivo della collettività e contrapposto ad ogni forma di arido personalismo.
Riteniamo che tale premessa contenga una risposta immediata e certamente non esclusiva alla ben nota “questione morale”, che oggi in Repubblica rappresenta il parametro etico e politico non negoziabile nella gestione dell’attività pubblica e nelle conseguenti articolazioni all’interno del sistema economico e sociale.
Nel periodo più recente sono emersi, in tutta la loro gravità, elementi distintivi di un sistema che hanno contribuito ad una “delegittimazione” dell’immagine della Repubblica agli occhi dei propri cittadini e nel più ampio contesto internazionale, aggravando ulteriormente la situazione di difficoltà che il Paese sta affrontando.
La Reggenza sarà garante del percorso intrapreso dalle Istituzioni nel lavoro di emersione delle verità e delle responsabilità e sosterrà l’impegno dei poteri dello Stato, affinché si proceda senza indugi, né prevaricazioni, nell’individuazione delle distorsioni, che hanno inciso così pesantemente a livello di governabilità e di spirito di coesione sociale.
Metteremo al centro del nostro mandato i parametri indilazionabili della trasparenza e di un’etica politica che indirizzi ogni decisione e induca alla piena responsabilità, istituzionale e personale, nella gestione della cosa pubblica.
Allo stesso tempo, ci sta particolarmente a cuore la condizione in cui versa parte della nostra cittadinanza, in virtù della persistente crisi economica e delle concrete difficoltà afferenti il mondo del lavoro.
In questa fase siamo chiamati tutti, Istituzioni, parti economiche e sociali e società civile, a mettere al centro questo elemento caratterizzante la vita di ogni essere umano ed ancor più oggi, dinnanzi ai fenomeni della disoccupazione, della difficoltà a trovare un primo impiego o sbocchi lavorativi, dobbiamo comprendere le ragioni e le aspirazioni di tutti, senza tralasciare nessuno.
In questo tratto di percorso che ci vedrà ricoprire la più alta carica dello Stato, non mancheremo di sollecitare le Istituzioni ad offrire concretezza ed effettivi riscontri in capo alle tante famiglie più in difficoltà, offrendo loro la sicurezza della tenuta di uno stato sociale che possa continuare ad assicurare un’alta qualità dei suoi servizi primari, a partire dall’istruzione, dalla sanità e dalla sicurezza sociale.
Un appello accorato, da Uomini di Stato e da Padri di Famiglia, vogliamo indirizzare ai giovani, alle nostre risorse più ingenti, al nostro volano di energia e di speranza per il prossimo futuro; a tutti i nostri ragazzi che vivono ora l’insofferenza di una frizione che mal si concilia con il desiderio di esprimere intelligenze, formazione e talenti, chiediamo di non perdere l’ottimismo e la motivazione, ma di rendersi protagonisti attivi delle necessarie trasformazioni sociali ed economiche, anche attraverso un impegno personale che sia proattivo alla causa delle future generazioni.
Allo stesso tempo, vigileremo nella conduzione della dialettica democratica tra e nelle stesse Istituzioni per il corretto svolgimento delle funzioni parlamentari, anche all’interno delle relative Commissioni Consiliari e nei rapporti con l’Esecutivo, nell’obiettivo di garantire un approfondito ed ampio confronto fra tutte le componenti, affinché possa esprimersi un indirizzo politico stabile e soprattutto radicato nel consenso del corpo sociale.
Dobbiamo riconoscere – ed è ferma convinzione anche della Reggenza – che si sta lavorando alacremente per l’affermazione di un nuovo modello di sviluppo economico, per un riposizionamento internazionale del Paese, pur nella prosecuzione delle necessarie politiche di contenimento della spesa, che vanno di pari passo con i presidi a tutela della dignità della persona, che garantiscono la vicinanza e l’assistenza delle Istituzioni alle esigenze più pressanti dei cittadini.
Nell’attuale fase, in cui non è utopico sperare in una prossima concretizzazione delle politiche di sviluppo, che possano riattivare progettualità e dinamiche economiche in favore dell’intero sistema, la Reggenza, nel suo alto ruolo super partes, farà tutto ciò che è in suo potere per incoraggiare la traiettoria già delineata, per accompagnare questa nuova stagione di rilancio dell’economia reale, mantenendo alto l’ascolto delle istanze più urgenti della popolazione.
A tal riguardo, la Reggenza si appresta ad assumere oggi un incarico che dovrà accogliere le aspettative e le speranze di una popolazione ancora segnata dalla pesante flessione di credibilità e di crescita che l’ha colpita; per questo si sente umanamente partecipe alle ripercussioni dei cambiamenti in atto, che non possono e non devono scalfire l’orgoglio di un’identità che persiste e perdura nel tempo.
Al contrario, il Popolo sammarinese – e in questo la Reggenza sarà al suo fianco – dovrà riappropriarsi dell’orgoglio di appartenere ad uno Stato sovrano ricco di valori, l’orgoglio delle proprie radici che i Padri della Patria gli hanno gelosamente tramandato e l’orgoglio di poter continuare a rappresentare un patrimonio di civiltà e un modello di democrazia, di concordia e di solidarietà affermati e riconosciuti nel mondo.
È con questo auspicio che la Reggenza intende affrontare le sfide del prossimo periodo, certa che solo con la piena coscienza dell’unicità e delle specificità dell’antica Terra della Libertà che oggi, tra l’altro, stiamo positivamente rilanciando anche nel rapporto con l’Europa, saprà caratterizzare un mandato indirizzato al bene esclusivo del suo Popolo.