UFFICIO DELLE DOGANE DELLA SPEZIA OPERAZIONE CONGIUNTA “AGRO PONTINO” ACCERTATA ESPORTAZIONE ILLECITA DI OLTRE 2.500 TONNELLATE DI RIFIUTI

 Sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, i funzionari dell’Ufficio delle Dogane di La Spezia hanno stroncato, congiuntamente al Corpo Forestale dello Stato, un sodalizio criminoso operante nella zona di Latina.

L’attività investigativa è scaturita da un controllo valutario, operato dalla Dogana di Roma Fiumicino nei confronti di un cittadino siriano, in ingresso sul territorio italiano dalla Turchia, che aveva omesso di dichiarare 28.000 Euro in contanti, destinati all’acquisto di parti di auto da esportare in Siria. A seguito dell’analisi di alcuni documenti rinvenuti nel corso del controllo operato nei confronti del viaggiatore siriano è stata attivata dalla Direzione Interregionale Lazio e Abruzzo - Area Antifrode una segnalazione che è stata poi rilanciata a tutte le dogane da parte della Direzione Centrale Antifrode e Controlli dell’Agenzia, in cui si chiedeva di approfondire le verifiche sulle operazioni di esportazione di parti di autovetture derivanti da operazioni di demolizione.

 I funzionari dell’Ufficio delle Dogane e del Corpo Forestale dello Stato di La Spezia intercettavano, così, un container che stava per essere esportato in Siria, che avrebbe dovuto contenere, secondo quanto dichiarato da una ditta operante a Latina, parti di auto già bonificate.

I successivi controlli sulle posizioni di alcuni individui, operanti nella zona dell’Agro Pontino, risultanti abituali esportatori , svolti con l’intervento dei

funzionari dell’ARPAL (Agenzia Regionale per la protezione dell’Ambiente Ligure) – Dipartimento di La Spezia, hanno accertato invece che il contenuto del container del peso di oltre 25 tonn. era costituito da motori ed assali ancora percolanti olio e da una cabina camion semplicemente segata e rappresentavano una spedizione clandestina di rifiuti particolarmente pericolosi in quanto ancora contenenti olii minerali esausti.

Accertato il reato, grazie ad una serie di rapidi sopralluoghi è stata individuata un’area di 5.500 mq, nella zona di Latina, da cui e’ partita la spedizione illecita, utilizzata ufficialmente per autoriparazioni, ma di fatto adibita in modo clandestino ad attività di demolizione di veicoli in assenza delle necessarie autorizzazioni amministrative ed ambientali.

Il titolare dell’attività è stato denunciato ai sensi dell’art. 256 T.U.A. per gestione di discarica abusiva e l’area è stata sottoposta a sequestro .

L’esportatore, lo spedizioniere doganale e il gestore dell’area in questione, sono stati denunciati, in concorso fra di loro, alla competente Procura delle Repubblica per traffico internazionale di rifiuti (artt. 81 cpv, 110 e 483 c.p., 258 c. 4 e 259 D. Lgs. 152/2006)

A seguito del ricevimento dell’informativa di reato, la stessa Procura ha delegato una serie di perquisizioni domiciliari a carico dei predetti soggetti che sono state coordinate della Direzione Centrale Antifrode e Controlli dell’Agenzia ed operate da unità congiunte della Dogana e della Guardia Forestale di La Spezia, con il supporto dei nuclei di Roma e Latina. I documenti rinvenuti nel corso delle perquisizioni hanno consentito l’intercettazione, presso i porti di Genova e di Trieste, di altre tre spedizioni clandestine di rifiuti pericolosi (anch’essi sequestrati), per circa 30 tonnellate.

Nei confronti dell’esportatore, del gestore dell’impianto di autodemolizione abusiva, dello spedizioniere è quindi scattata una ulteriore denuncia per violazione degli artt. 483 c.p. (falso in atto pubblico), 258 c. 4 e 259 D. Lgs. 152/2006 (traffico clandestino di rifiuti) e 260 D. Lgs. 152/2006 (attività organizzata ai fini del traffico clandestino di rifiuti), fatti tutti legati da concorso ex art. 81 c.p. in quanto diretti al perseguimento di un medesimo fine criminoso e per i quali è prevista la pena detentiva della reclusione fino a sei anni.