Trump ha annunciato il ritiro dei dazi su 237 prodotti alimentari, tra cui caffè, cacao, pomodori e carne bovina, nel tentativo di diminuirne i prezzi e non pesare sui consumatori statunitensi.
Il 14 novembre 2025, il Presidente degli Usa ha firmato un Ordine esecutivo che amplia in modo significativo la lista di prodotti esenti dal dazio reciproco (Allegato II all’Ordine esecutivo 2 aprile 2025, n. 14257). Le misure sono già state applicate con effetto retroattivo dalla mezzanotte del 13 novembre 2025, eventuali rimborsi dovuti saranno gestiti secondo la normativa vigente e le procedure della Dogana statunitense.
Per le operazioni presentate dal 13 novembre in poi è possibile correggere la dichiarazione entro dieci giorni, richiedere una correzione riepilogativa post-registrazione oppure, se la liquidazione è già avvenuta, presentare un’istanza di “protest” entro centottanta giorni.
La retromarcia del Governo statunitense è legata all’esigenza di garantire l’accesso a beni di prima necessità, secondo molti commentatori l’esenzione per l’agroalimentare avrebbe già dovuto essere oggetto dell’Accordo di quest’estate tra Ue e Usa, così come già avvenuto per il settore medico-farmaceutico.
L’azzeramento dei dazi giunge in un momento di crisi per l’Amministrazione Trump, sotto pressione per l’aumento del costo della vita. Nell’ultimo anno i generi alimentari hanno registrato un incremento medio del 2,7%, con effetti significativi sul bilancio delle famiglie e crescenti critiche alla politica tariffaria della Casa Bianca. I rivenditori statunitensi segnalavano da mesi gli effetti della politica tariffaria, ad agosto la Tax Foundation ha calcolato che il 74% delle importazioni alimentari degli Stati Uniti fosse gravato da dazi. La Camera di Commercio degli Stati Uniti ha accolto positivamente il passo indietro, invitando la Presidenza a proseguire nella stessa direzione: «Incoraggiamo l’amministrazione a dare seguito all’annuncio odierno e a introdurre ulteriori riduzioni tariffarie per quei prodotti non disponibili sul mercato interno o nei casi in cui i dazi mettano a rischio posti di lavoro americani». Il Presidente USA ha replicato sostenendo che l’onere dei dazi sarebbe stato in larga parte assorbito dagli altri Paesi e che, al momento, non ritiene necessarie ulteriori esenzioni.
L’elenco dei prodotti esentati comprende oltre duecento voci e spazia tra categorie merceologiche molto diverse. Tra gli alimenti interessati dai dazi cancellati figurano caffè (+18,9% su base annua), cacao (+15%) e tè (+2%), insieme a numerosi prodotti a base di carne bovina, che hanno registrato nei mesi precedenti un rincaro medio del 14,7%, inclusi tagli pregiati e carni essiccate o affumicate. L’esenzione riguarda anche diverse tipologie di frutta fresca, come arance (+3%), banane (+6,9%) e pomodori (+4,5%), oltre a varie spezie e frutta a guscio (+ 1,9%).
Secondo le stime del Bureau of Labor Statistics, l’impatto più significativo si è registrato sui mercati della carne e del caffè. I dazi statunitensi hanno raggiunto aliquote elevatissime, per esempio, per il Brasile hanno superato il 75%, determinando un aumento dei prezzi al dettaglio compreso tra il 12% e il 18% rispetto all’anno precedente.
Il caffè macinato, invece, a luglio ha raggiuto gli 8,41 dollari alla libbra (circa mezzo chilo), un livello record che corrisponde a un incremento del 33% su base annua.
Per quanto riguarda l’Italia, le merci più colpite risultano essere le preparazioni da forno e i biscotti, i succhi e le preparazioni a base di frutta e gli oli essenziali.
Per beneficiare dell’esenzione è cruciale garantire una corretta classificazione doganale e un adeguato livello di conformità lungo l’intera supply chain.
